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Diritti umani, una domanda globale

10 dicembre, giornata internazionale dei Diritti umani. Nello stesso giorno vengono anche attribuiti due fra i più prestigiosi riconoscimenti in materia: il Premio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, a New York, e il Premio Nobel per la pace ad Oslo.
Sento il bisogno di andare a rileggermi la Dichiarazione del 1948. Primo articolo: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” E qui mi fermo, basta e avanza per dare anche solo un’occhiata alle notizie e vedere a che punto siamo. Non mi basta infatti sapere delle cerimonie a New York e a Oslo. Mentre cerco, mi arriva un input da Amnesty su Twitter, così vado a leggere il loro rapporto annuale. Prima di entrare nel vivo, nell’introduzione mi colpisce un dato: “Le comunità più colpite dalle violazioni sono la vera forza motrice della lotta per i diritti umani. La loro determinazione e caparbietà hanno ispirato milioni di persone e reso difficile per gli stati ignorare la sempre più forte richiesta di un cambiamento, che sia finalmente sostanziale e irreversibile. Questo rapporto è dedicato al loro coraggio.” Ancora una volta ho la conferma che solo la volontà delle persone – singoli e comunità – può portare a un cambiamento. Vi invito a leggere questo rapporto. Raccolgo anche – e vi propongo – un invito di Amnesty “facciamo qualcosa di concreto”: fino al 17 dicembre sarà possibile sottoscrivere gli appelli sul sito Firmiamoli tutti.
Domani sera 10 dicembre le cascate del Niagara s’illumineranno di giallo, il colore dell’organizzazione per i diritti umani, in ricordo anche del 50° anniversario di Amnesty International. Che non sia solo un simbolo, che una luce si accenda anche nelle nostre case non solo domani ma ogni volta che avremo compiuto un gesto verso gli altri “in spirito di fratellanza”.

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