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La forza di una goccia

La giornata è coperta, di tanto in tanto pioviggina e a oltre 700 metri di altitudine, in dicembre, anche in Andalusia il freddo si fa sentire. Aracena, comune di circa 7000 abitanti, nel cuore della sierra omonima che appartiene alla Sierra Morena. I resti del castello sul punto più alto fanno intuire una storia che affonda nei secoli. I negozi fanno mostra di prodotti genuini e di artigianato. Basterebbe questo a renderla una meta frequentata. Invece nel cuore della terra su cui sorge, nasconde una “meraviglia”. Come sempre – o quasi – la scoperta avvenne per caso, ad opera di un pastore che cercava un montone perduto. Poco importa quanto ci sia di verità e quanto di leggenda, era la fine del 1800 e certamente il primo che vide la grotta rimase senza fiato per un bel po’, come oggi i visitatori che vengono da tutto il mondo. La “Gruta de las Maravillas” non poteva avere altro nome; si trova praticamente sotto il castello e si sviluppa in tre livelli sovrapposti per 2200 metri di gallerie. La visita guidata permette di percorrere 1200 metri su due livelli, arrivando a quasi 100 metri di profondità.
La prima sensazione, mentre si scende, è di un’atmosfera “calda” (98% di umidità) che ti avvolge. Subito dopo avverti l’esigenza di fare silenzio, come quando si entra in un luogo sacro; anche la guida dà le spiegazioni essenziali, quasi ad invitare ciascuno a riflettere sull’opera che la natura offre. Milioni di anni per dar forma a “sculture” e “architetture” del colore dell’alabastro o dell’alga… Una goccia dopo l’altra. In silenzio. Nel segreto. E continuano a cadere, le gocce, a fare il loro lavoro, aggiungendo ciascuna il proprio contributo anonimo all’opera che ci lascia muti e incantati.
Risalendo in superficie, penso alla forza di una piccola goccia d’acqua che cade e cade e cade e cambia la roccia, la plasma, la modella… e mi suona nella mente il “preludio della goccia” di Chopin…

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