Mujeres en la Historia

Maria dei bruchi

Oggi il doodle di Google non era un logo, ma un disegno, per ricordare il lavoro e lo studio di uan donna che nacque il 2 aprile di 366 anni fa a Francoforte sul Meno: Maria Sibylla Merian. Era figlia della seconda moglie dell’editore svizzero Matthäus Merian, che morì tre anni dopo. La madre, Johanna Sybilla Heim, si sposò con Jakob Marell, e fu proprio il patrigno, un pittore di fiori, che negli anni seguenti insegnò alla figlia diverse tecniche di disegno e pittura. Maria dimostrò da subito una particolare predisposizione per la pittura e da adolescente iniziò a disegnare immagini di piante e insetti, creando rappresentazioni sempre più realistiche e dettagliate.

A 18 anni Maria Sibylla Merian sposò Johann Andreas Graff  e la coppia si stabilì a Norimberga. Maria cominciò a studiare gli insetti, fino ad allora alquanto trascurati dalla ricerca scientifica perché ritenuti poco importanti o addirittura diabolici nella superstizione popolare. Merian si interessò in modo particolare ai bruchi, studiandone il comportamento e le evoluzioni che li portano a trasformarsi in farfalle. Abile nel disegno, realizzò molte illustrazioni per mostrare il processo di metamorfosi, che  vennero poi pubblicate in due volumi.

Nel 1679 Maria Sibylla Merian pubblicò l’importante libro “La meravigliosa metamorfosi dei bruchi e il loro singolare nutrirsi di fiori”. Ad Amsterdam, dove la Merian si era tarsferita in seguito alla separazione dal marito, ebbe modo di frequentare numerosi naturalisti e collezionisti. Riuscì ad aprire anche un laboratorio per approfondire i suoi studi; l’analisi di alcune specie di insetti non conosciuti provenienti dalla colonia della Guaiana, l’odierno Suriname, la spinse a viaggiare fino all’America del sud.

Furono due anni di esplorazioni fruttuosissime, interrotte dalla febbre gialla che Maria aveva contratto e che la costrinse a tornare in Europa. Ma raccolse le sue ricerche e conclusioni nel libro suo forse più noto:  la “Metamorfosi degli insetti del Suriname”. Occorsero parecchi anni perché fosse riconosciuto in tutto il suo valore; era infatti scritto in tedesco, mentre all’epoca era il latino l’unica lingua accettata dagli uomini di scienza. Maria morì ad Amsterdam nel 1711. Nell’introduzione alla Metamorphosis insectorum Surinamensium, scrisse:

« Realizzando quest’opera, non ho mirato al guadagno, contentandomi di rifarmi delle spese sostenute. Non ho badato a spese per eseguire quest’opera. Ho fatto incidere le tavole da un celebre maestro e ho procurato al libro la carta migliore per portare soddisfazione e piacere non solo agli amatori dell’arte ma anche agli amatori degli insetti e sono felice sentendo di aver raggiunto il mio scopo e di aver loro procurato della gioia. »