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Ripartire dal chilometro zero

In casa, l’uva è già pronta per salutare l’anno nuovo che arriva. Mi è sempre piaciuta questa abitudine spagnola di buon auspicio: ad ogni rintocco della mezzanotte del 31 dicembre, ti mangi un chicco d’uva… Mi piace vedere la folla nella Puerta del Sol a Madrid che aspetta questo momento, è un modo bello e simpatico di vivere le ultime ore dell’anno in compagnia di tanti, conosciuti e non.

Mi piace anche che proprio lì alla Puerta del Sol sia marcato il chilometro zero, un punto da cui partire per qualsiasi direzione. Dove puntiamo allora  la bussola nel 2015?

In questi giorni abbondano i bilanci, le statistiche: il più visto, il meglio di, il più popolare in… ma sinceramente mi sembrano solo dati che restano alla superficie, anche se riflettono modi di vivere, tendenze. È molto difficile trovare una lettura profonda dell’anno che chiude, che sappia valorizzare le luci e riscattare le ombre di un mondo tanto complesso come il nostro in cui siamo chiamati a vivere. Forse riusciamo ad avere uno sguardo costruttivo sull’universo attorno a noi, se con lo stesso sguardo riusciamo a guardarci dentro, fermandoci per qualche attimo a rivedere com’è stata la nostra vita nel 2014: i fatti, le gioie, le difficoltà, i dolori… come li abbiamo affrontati, superati… come ci hanno buttato a terra, come ci hanno aperto gli occhi e fatti rialzare, come ci hanno reso migliori…

Qualche sera fa davano in tv «Capodanno a New York»; desideravo svuotarmi la testa di un po’ di stanchezza e così mi son messa a vederlo, non lo conoscevo. Non sarà certamente un capolavoro, d’accordo, ma devo dire che a un certo punto mi è arrivato chiaro cosa voleva trasmettermi questo film, questo intrecciarsi di vite che nascono, che muiono, che si lasciano, che s’incontrano, che si ritrovano: davanti a te c’è sempre una nuova possibilità, puoi rimediare a ciò che è andato storto e scrivere, adesso e da adesso, parole nuove sui fogli della vita.

Se guardo indietro al 2014, non posso negare che sotto alcuni aspetti sia stato difficile, che l’insicurezza del domani abbia accompagnato le giornate di lavoro, ma lo «stringere i denti» mi ha tirato fuori risorse sconosciute a me stessa, mi ha spinto a «rischiare per» qualcosa o qualcuno… il non tirarmi indietro scusandomi con un «non so, non l’ho mai fatto» ha magari sbloccato una difficoltà e l’entusiasmo per gli ideali, la «ilusión» come si dice in spagnolo, non è venuta meno, anzi!

Cosa mi aspetto dal 2015? Che sia l’anno migliore della mia vita, niente di meno. Ma questo dipenderà da me, solo da me. L’anno nuovo verrà con le sue luci e le su ombre, come ogni anno. Non voglio lasciarmi prendere alla sprovvista, deve trovarmi preparata. Per questo mi metto sulle spalle tutti gli anni che porto – non pesano, no davvero, sono il mio bagaglio da cui ogni tanto tiro fuori con gratitudine qualcosa che mi è utile per vivere l’oggi – e alla mezzanotte vado idealmente alla Puerta del Sol, per ripartire da lì, dal chilometro zero.