Ieri mattina un simpaticissimo giornalista sportivo di un canale radio, Manolo, mi ha colpito con un commento molto azzeccato. Si faceva il bilancio della fine settimana: Fernando Alonso purtroppo secondo in Formula 1 nel circuito di Singapore… la squadra spagnola di basket al terzo posto in Slovenia… Manolo, con l’ironia vincente della verità, invitava a non piangere, a non lamentarsi, come in alcuni media e ambienti si stava facendo; e sottolineava che era un buon risultato per Alonso essere arrivato secondo dopo che era partito in settima posizione (mantenendosi al secondo posto anche nella classifica generale); e anche una medaglia di bronzo era pur sempre una medaglia, un traguardo raggiunto. Mi è piaciuto, Manolo, col suo invito a guardare le cose con maggiore positività e obiettività, consiglio valido non solo nello sport!
Già l’ho ammesso anche in questo blog: non sono di natura positiva, nelle cose spesso vedo la difficoltà prima degli altri aspetti, e questo mi rallenta a volte le decisioni, imbriglia la fantasia di provare soluzioni alternative… Se esco da questa logica e valorizzo i lati positivi (che non significa chiudere gli occhi davanti alle difficoltà, intendiamoci!), mi sorprendo invece a lavorare e a vivere meglio. Perché, alla fin fine, questa negatività che ci avvolge come un’atmosfera grigia e che respiriamo avolte senza renderci conto, ci porta a un vizio molto pericoloso che si va diffondendo, complici media e social network, come un virus impazzito: il cinismo. Sinceramente, non ce lo meritiamo! L’antivirus ce l’abbiamo, gratuito, scaricabile dalla nostra mente, dalla nostra volontà, dal nostro spirito. Mettiamolo in rete e aggiorniamolo ogni mattina, con una nuova versione aggiornata e più efficace. Che non ci capiti che dicano di noi qualcosa di simile alla battuta di un giornalista americano, Henry Louis Mencken: «Il cinico è chi, quando sente profumo di fiori, si guarda attorno cercando una bara».
A voi, cosa dice il profumo di fiori?