Ci sono storie che sembrano incredibili, eppure accadono. A me piacciono soprattutto quelle che, nel silenzioso ma importantissimo sottotesto, ti lasciano dentro qualcosa che desideri conservare nella memoria, per tirarlo fuori al momento giusto.
Ho appena letto che la scorsa settimana, in Inghilterra, North Lincolnshire, il pilota di un biposto ad elica, che stava sorvolando la zona insieme ad un passeggero, è stato colto da un malore e si è accasciato all’improvviso sui comandi. Il passeggero, che non aveva mai pilotato prima un aereo, è stato aiutato da terra da due istruttori di volo ad atterrare all’Humberside Airport. Questa la sintesi.
Il passeggero non conosceva la strumentazione di bordo, non aveva le luci, ha dovuto atterrare praticamente al buio… Probabilmente, quando ha visto il pilota accasciarsi, avrà pensato «è finita», ma gli istruttori sono riusciti a impedire che il panico avesse il sopravvento e lui si è fidato ciecamente di loro. Due volte ha sorvolato l’aeroporto, poi è riuscito a portare a termine la manovra. Per il pilota non c’era più nulla da fare, ma il passeggero si è salvato.
Qualcosa di simile alla sensazione del passaggero ci può passare quando le circostanze ci fanno sentire sul punto di precipitare giù in picchiata a tutta velocità… Magari basterebbe ricordarci degli «istruttori di volo»: il buon senso, il consiglio di un amico, la volontà di superare l’impasse, l’intelligenza di sapere che c’è sempre una via d’uscita, anche quando intorno è buio pesto… E fidarsi. Sì, soprattutto questo: non perdere mai la fiducia. Fiducia nella vita.