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Puliamo il mondo – A limpiar el mundo

Un carissimo amico spagnolo sulla settantina, Miguel (lo chiamerò così in questo post), soffre molto a vedere che il suo paese, un gioiello di storia arte e architettura, venga quotidianamente imbrattato da chi butta a terra carte, lattine, mozziconi e peggio… Ogni mattina, quando esce per la passeggiata, comincia a raccogliere tutto quanto incontra sul suo cammino; lo sa bene che non risolverà il problema, ma è più forte di lui e preferisce essere preso per fanatico che lasciare lo sporco. Lo capisco profondamente, anche se gli ho detto di provare a smuovere la cittadinanza e le autorità e non fare da solo quello che dovrebbe essere un “lavoro” di tutti.

Pensavo a Miguel poco fa, leggendo dell’appuntamento annuale di “Clean up the world”, che in Italia cade proprio questa fine settimana. In italiano suona «Puliamo il mondo«, «A limpiar el mundo» in spagnolo. Il più grande appuntamento di volontariato ambientale, nato in Australia nel 1990 ed estesosi  a livello globale a partire dal 1993, giunto quest’anno alla ventesima edizione.

Oltre 300.000 studenti sono impegnati a ripulire le città e le aree verdi dai rifiuti. 1700 i comuni che hanno aderito e gli appuntamenti proposti da Legambiente sono un ventaglio ricchissimo. Oltre agli studenti, sono attesi centinaia di migliaia di volontari pronti a combattere il degrado con guanti e ramazze e a restituire vivibilità, dignità e bellezza a tanti spazi comuni.

Un altro aspetto di quest’anno che certamente farà molto piacere a Miguel è che la ventesima edizione di Puliamo il Mondo è dedicata al problema dei rifiuti e al degrado dei beni culturali; coincide infatti con le Giornate Europee del Patrimonio, in programma in Italia il 29 e il 30 settembre con lo slogan “L’Italia tesoro d’Europa”. In particolare, da Venezia, Roma e Paestum verrà lanciato un doppio messaggio: la gestione sostenibile dei rifiuti e una maggiore tutela del patrimonio culturale devono viaggiare di pari passo, vanno potenziate, e rappresentano una fetta importante della ricetta per uscire dalla crisi.

E infine, le parole di un responsabile di Legambiente, potrebbero essere sulla bocca di Miguel: “A chi ancora sta alla finestra, rivolgo l’ultimo appello: bussate alla porta dei vicini di casa, rivolgetevi ai conoscenti, ai colleghi, ai compagni di scuola e preparate guanti, scope, sacchi e rastrelli. C’è sicuramente fuori da casa, in piazza o nel comune un angolo abbandonato, degradato, sporco da restituire alla fruizione di tutti. E nella nostra bella nazione c’è spesso anche un angolo di storia da far rivivere. Non perdiamo l’occasione, non aspettiamo che lo faccia qualcun altro!”

Sono certa che Miguel prima o poi troverà la strada per coinvolgere i suoi concittadini, che lo ringrazieranno della sua caparbietà. In fondo, è un immenso, profondo amore per la sua terra e la sua città.

E noi, ci sentiamo altrettanti Miguel?

(foto: www.puliamoilmondo.it)

 

 

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