Mireia Belmonte, 2 medaglie d’argento nel nuoto alle Olimpiadi di Londra la scorsa settimana: è allergica al cloro e soffre di asma. Usain Bolt, il “velocista più completo della storia”, da adolescente soffriva di scoliosi derivata dallo sviluppo in altezza non compensato da una sufficiente alimentazione (la famiglia era molto povera). Anche Michael Phelps aveva problemi di scoliosi e in più da ragazzino aveva paura dell’acqua… In questi giorni, nei servizi dedicati alle Olimpiadi emergono questi tratti degli atleti più noti e “medagliati”, come a dire che niente è scontato e qualunque conquista dipende da volontà, costanza, abnegazione e sacrificio. Parole spesso scomode, che cerchiamo di evitare per essere “politicamente corretti”, anche con gli amici. Eppure senza queste “virtù” non ci sarebbero né Mireia, né Usain, né Michael. Questi eroi dei Giochi – e anche tutti quelli che non salgono sul podio, ma sono arrivati fino lì per gareggiare – si sono sottoposti a una disciplina ferrea; non di un giorno, non di una settimana, nemmeno di un mese soltanto… Il segreto è aver sempre davanti un traguardo, è quello che ti fa superare qualsiasi ostacolo, che non ti fa risparmiare energie. Phelps lascia lo sport, ma certamente avrà davanti nuovi traguardi da raggiungere nella vita, qualsiasi cosa faccia. Come ognuno di noi, come me e te. Guardiamoli come incentivi, questi ostacoli che a volte, o spesso, ci fanno dannare. Paradossalmente sono proprio loro che ci aiuteranno a superarci, ad essere migliori, nella disciplina più difficile, aperta a tutti. Bellissimo e vero, nell’espressione di Gandhi: “Il traguardo si allontana sempre da noi. Quanto più progrediamo tanto più conosciamo la nostra indegnità. La soddisfazione sta nello sforzo, non nel conseguimento. Lo sforzo totale è vittoria totale.»
“Lo sforzo totale è vittoria totale”
07
Ago