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In attesa…

Oggi inizia il conclave, aspetteremo la fumata bianca e un nome, una voce che sappia parlarci al cuore, chiunque siamo e dovunque ci troviamo, per regalarci Speranza e speranze di futuro. Almeno credo sia questo l’atteggiamento diffuso tra noi, gente comune, credenti e non, perché in uno squarcio di storia in cui i leaders sembrano una razza estinta, abbiamo bisogno di figure di riferimento, che con le parole e la condotta  ci aiutino ad essere migliori. Nonostante la superficialità di certa stampa che parla dei cardinali come piloti di formula uno in lotta per la pole position, o di una chiesa angustiata unicamente dal problema della pedofilia (sia pure grave e da sanare, intendiamoci!), il Vento dello Spirito non mancherà di soffiare forte sotto la volta di Michelangelo. Per venti secoli questo Soffio ha vinto, prima o poi, le correnti contrarie che hanno cercato di affondare la Barca di Pietro, sempre sulle onde delle burrasche, alternate a periodi di bonaccia, come è del resto la vita del mondo e di ogni persona. Per ascoltare questo Soffio, però, occorre silenzio, occorre far tacere tutte le logiche intrise di interessi umani e porsi in un altro piano, quello della gratuità, del servizio, dell’amore. Lo Spirito non parla attraverso uno scoop, parla nel più profondo delle coscienze; dovrebbero saperlo i giornalisti, sempre così bene informati su tutto, eppure incapaci (non tutti, chiaramente) di intendere un linguaggio trascendente.

Siamo tutti in attesa, dunque, in attesa di qualcosa di nuovo. Non solo di un papa di un’altra razza e un’altra nazione, come molti auspicano, questo non basterebbe da solo a cambiare il volto della Chiesa. Aspettiamo “novità” di vita, di pensiero – fedele al vangelo e vicino alle donne e agli uomini di questo millennio –  di condivisione delle sorti di tutti i popoli e di ogni creatura. Aspettiamo una fumata bianca

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