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Leggevamo quattro libri al bar…

Nel bar di fronte all’edificio in cui lavoro c’è una piccola biblioteca, così che mentre ti sorseggi un caffè e ti mangi una tapita, puoi approfittare per leggere. Anche in altri bar qui in Andalucía ho visto la stessa cosa; perfino nei parchi pubblici c’era questa possibilità, ora purtroppo sono rimaste solo piccole scaffalature in ceramica, senza i libri… Peccato, una buona abitudine caduta in disuso, probabilmente anche a causa del vandalismo crescente. Mi piace molto anche il fatto che  sugli autobus di Siviglia, sulla porta d’uscita, ci sia una poesia di Machado, così mentre aspetti la fermata puoi confrontarti con un pensiero e magari – così mi è successo – tirarti un po’ su e scendere diverso da come eri salito…

Poco fa mi perciò ha fatto proprio piacere leggere di una iniziativa in questo senso promossa da «Vivere con lentezza«; inizia domani 25 settembre in tutta Italia, fino al 2 ottobre. È la sesta edizione di Leggevamo Quattro Libri al Bar – Lettori Cercasi: un «festival diffuso della lettura a voce alta riassaporando la voglia di stare insieme nei bar (e non solo) delle nostre città, da sempre luoghi di incontro di uomini e culture».

Si tratta dunque di mettere in campo la creatività: organizzare uno o più incontri di lettura a voce alta, proponendo brani dei libri che ci hanno fatto pensare e sognare e offrire la possibilità alle persone di incontrarsi, di conoscersi attraverso la letteratura, imparando piano piano l’arte del confronto.

La prima edizione del 2007 raccolse 30 adesioni, poi le proposte si sono moltiplicate, allargandosi a ospedali, case di riposo, asili, scuole, case editrici, uffici, luoghi di lavoro, carceri, campi nomadi, autobus di linea. In molte città gli appuntamenti si sono estesi a tutto l’arco dell’anno creando coesione sociale attraverso la lettura. E mi piace sottolineare l’espressione con cui quelli di «Vivere con lentezza» definiscono gli effetti: «creando angoli di città affettuose«!

La forza dell’iniziativa è nelle idee, con l’appoggio della Rete per diffonderle. Non importa se le concretizzazioni sono piccole, se le sommiamo possono condurre a grandi cambiamenti.

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