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Piove… governo ladro!

Sarà la pioggia di questi giorni, o il fatto che anche qui in Spagna è buona abitudine, almeno per alcuni, dare la colpa di ogni cosa al governo,  fatto sta che oggi mi è uscito spontaneo un ironico:  «Già! Piove, governo ladro!»

Mi sono resa conto però di non sapere da dove nasce questa espressione tanta cara a noi italiani. Ho dato un’occhiata al web; l’autorevole Treccani dice che  E’ stata creata dal caricaturista Casimiro Teja, direttore del giornale Il Pasquino (1861), a commento del fallimento, causato dalla pioggia, di una dimostrazione di mazziniani a Torino.

Altre fonti invece rimandano ai tempi antichi, quando il sale era un bene primario, raro e costoso e per questo carico di tasse e imposte. Nel lungo viaggio dal mare, dove veniva prodotto, il carico di sale doveva passare numerose dogane e pagare dazio, in base al peso. Gli astuti gabellieri ritardavano le pratiche burocratiche lungo il viaggio, attendendo un bel piovasco che avrebbe fatto pesare maggiormente il prodotto, e dunque portato più soldi nelle casse dello Stato. Da qui l’accusa popolare ai doganieri e dunque al Governo.

Mi attrae, con tutto il rispetto alla Treccani, questa seconda spiegazione. Soprattutto perché porta a considerare l’importanza del sale nella vita e nella storia dell’umanità. Non per nulla gli esempi evangelici…

Bene prezioso il sale, anche in senso metaforico; cum grano salis, cioè far uso della ragione e dell’intelligenza prima di ogni decisione importante.

Forse è proprio questo che manca, che a volte (o spesso) ci manca, a noi, uomini e donne iperconnessi e tecnologizzati, evoluti ed ideologicizzati: un po’ di sale in zucca, la capacità di esercitare la ragione e il buon senso. In altre parole: far trionfare l’intelligenza sopra l’ignoranza e la malafede. Se ce lo ricordassimo più spesso, la vita avrebbe un altro sapore.

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