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Attenzione…!

Mi sento a disagio quando, camminando sul marciapiede, più o meno affollato, mi vedo venire addosso le persone che camminano in senso contrario: non mi vedono proprio, perché stanno parlando col cellulare, o camminano in gruppo come se fossero i padroni della città, o semplicemente perché sono talmente assorti che non si accorgono di quanto accade attorno… D’accordo, mi sposto o mi fermo e la cosa è risolta, ma mi sono ripromessa di non farlo sempre, di non cambiare la mia traiettoria e vedere cosa succede, pronta a ricevere qualche strattonata. Questo, per un senso di altruismo: aiutare l’altro a rendersi conto che ci sono anch’io, ci siamo anche noi sul suo percorso.

Mi pare un malessere diffuso, questa chiusura nel proprio mondo, e non solo per strada; lo vedo in me: al lavoro, in questi giorni ho fatto un po’ di pulizia tra le carte ecc. e mi sono resa conto, ad esempio, di cavi telefonici o di connesioni a internet inutilizzati, dimenticati lì a correre lungo le pareti… Ho visto che si potrebbe migliorare nel risparmio energético coi piccoli accorgimenti che tutti conosciamo ma ci dimentichiamo di applicare… Non me n’ero accorta prima perché non avevo avuto uno sguardo d’insieme, aperto ai colleghi, ai dettagli delle loro condizioni di lavoro, al benessere dell’azienda…

Ho deciso di fare dell’attenzione un puntello del mio stile di vita. Mi ha fatto piacere trovare una conferma in alcuni stralci che ho letto di Gianrico Carofiglio, magistrato e scrittore italiano; definisce l’attenzione una virtù morale e aggiunge: “Essere attenti significa essere giusti con se stessi e con gli altri. Le persone attente sono curiose e attive; studiano e lavorano con entusiasmo, coinvolgimento e passione; scrutano i bisogni degli altri e sono capaci di aiutare.”

Mi ci ritrovo e… ci provo, nella quotidianità, infilando nella borsa un po’ di semplicità e di umiltà. È nel mio interesse incominciare dal mio piccolo, non vorrei che mi succedesse, come dice lo stesso Carofiglio, che “Mentre passava la Storia non eravamo davvero qui. Né altrove.”

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