La fuerza de las historias

«Non passi nel mondo senza lasciare una traccia»

Dal 2004 ogni anno il 14 giugno si celebra la giornata mondiale del donatore di sangue. La data scelta dall’OMS e dalle Organizzazioni di donatori volontari ed esperti della trasfusione di tutto il mondo ricorda Karl Lansteiner, scopritore dei gruppi sanguigni e del fattore Rh. Vari gli slogan con cui la Croce Rossa e le varie associazioni di donatori in ogni nazione invitano a donare sangue. Un gesto di solidarietà accessibile ai più. Un gesto che può cambiare la vita: di chi riceve e di chi dona.

Ho letto una storia, quella di Maurizio, che si è trovato “dall’altra parte”:

“Ho tenuto un diario, giorno per giorno di quei 6 mesi passati dentro e fuori l’ospedale da quando mi hanno diagnosticato una Leucemia Acuta Mieloide. Ma è la prima volta che mi trovo a scrivere, a mentre fredda dopo quasi 5 anni e ormai giunto quasi al termine della “finestra di controllo”, di questa esperienza. E lo faccio con qualche difficoltà e con qualche consapevolezza, sia positiva che negativa.

…Per me la leucemia non è  stato il nemico, piuttosto è ed è stata un’esperienza, una delle tante che Dio, il destino, il caso o ciò che ciascuno crede più opportuno, ti mandano da vivere. Un’esperienza che, come tutte quelle che facciamo, ti tocca, ti spinge a riflettere, magari auspicabilmente ti cambia (o forse sarebbe meglio dire, ti dovrebbe cambiare). E su questo punto forse oggi ho un’altra consapevolezza, non proprio positiva e cioè quella di non avere la certezza di essere cambiato in meglio…

Ma che esperienza è stata la leucemia per me? Potrei dire tante cose, ma poi mi censuro per pudore e perché non credo di avere cose così interessanti da dire. Mi limiterò a dire tre cose:

•    è stata la più grande sessione di autoanalisi che mi sia mai stata concessa di vivere, una sessione che inizia quando ti sbattono in faccia la possibile diagnosi (a me è capitato in un pronto soccorso di un ospedale) e va avanti quando devi vincere le piccole e grandi paure (dal primo ago aspirato alle fasi di deficit immunitario che ti rendono fisicamente e psicologicamente debole) fino alle tante ore passate in solitario nelle camere sterili;

•    è stato il modo di scoprire che alla fine non passi nel mondo senza lasciare una traccia, una conferma che ti arriva quando vedi le corse di solidarietà per la raccolta di sangue, l’impegno di chi ti cura e, inevitabilmente, crea un legame che è destinato a durare, la passione che salda tutti quelli che fanno parte di questa strana comunità di malati e delle loro famiglie e amicizie;

•    ma soprattutto è stata un’esperienza che mi ha permesso di prendere, quasi con spensieratezza, delle scelte che in altri contesti “normali” avrei magari tardato molto di più a maturare e soppesato infinite volte. Nel corso dell’ultimo ricovero, quando mi sono sottoposto all’autotrapianto, abbiamo pianificato e organizzato con la mia compagna il nostro matrimonio che si è celebrato 15 giorni dopo la fine delle cure e oggi abbiamo una bellissima bimba di 4 mesi che abbiamo cercato e voluto in questi cinque anni e che tutti coloro che hanno vissuto con me questa mia esperienza, sia amici che famigliari sia personale ospedaliero e volontari considerano un po’ una loro figlioccia

Fra poco più di un mese mi recherò in ambulatorio per fare l’ultimo aspirato e mi sentirò sicuramente, anche se immeritatamente, molto fortunato e ne sarò felice e animato da quella stessa forza che, inspiegabilmente e senza che facessi nulla per provocarla, mi sono trovato ad avere nel periodo della malattia.

5 anni fa, quando ero in ospedale, mi ero ripromesso che se fossi arrivato alla fine di questa esperienza avrei intrapreso il Cammino di Santiago, un’altra esperienza in solitudine durante la quale affronti i tuoi dubbi, i tuoi limiti, le tue paure e sei animato dall’incrollabile fede che arriverai a destinazione.

Il 22 marzo (2012) finalmente partirò per questo viaggio che ho sognato e immaginato molto in questi 5 anni per rivivere finalmente il cammino interiore che ho fatto con la leucemia sulla strade polverose di una tradizione millenaria.»

(la storia di Maurizio è pubblicata qui, nel sito www.arcobalenodellasperanza.net)

E questo è il video del suo Cammino di Santiago

Related Posts