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Per ritrovare l’anima del Natale

È Natale. Nelle strade, luci, colori, rumori di folla, saluti, la corsa alle spese, i regali… In Siria anche in questo momento stanno sparando, su donne, bambini… Si uccide in Sudan del Sud, in Nigeria, in Mali… A Tacloban le ferite lasciate da Haiyan sono troppe e troppo profonde…

Scambiarci un augurio allora deve avere senso, deve almeno servire a ridirci che vogliamo un mondo diverso, che ancora è possibile un mondo diverso.

Stamattina ho trovato una poesia che esprime quanto sento in cuore. È di un laico, Giorgio Caproni: parole forse sferzanti, ma vere; parole che chiedono una risposta, almeno dentro il cuore, nella coscienza. Versi che, credo, ci aiutano tutti, cristiani e non, a ritrovare l’anima del Natale. Perché NATALE è la festa di TUTTI!

Questo il titolo dato dal poeta: «Dinanzi al Bambin Gesù, / pensando ai troppi innocenti /che appaiono, reietti, nel mondo»

 

Nel gelo del disamore…
senza asinello né bue…
Quanti, con le stesse sue
fragili membra, quanti
suoi simili, in tremore,
nascono ogni giorno in questa
Terra guasta!…

    Soli
e indifesi, non basta
a salvarli il candore
del sorriso.

    La Bestia
è spietata. Spietato
l’Erode ch’è in tutti noi.

    Vedi tu, che puoi
avere ascolto. Vedi
almeno tu, in nome
del piccolo Salvatore
cui, così ardentemente, credi
d’invocare per loro
un grano di carità.

    A che mai serve il pianto
– posticcio – del poeta?

    Meno che a nulla. È soltanto
fatuo orpello. È viltà.

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