Stamattina ho messo in atto un’idea che avevo da tempo, dedicare cioè una sezione del blog alle donne: cercare storie di donne di ogni parte del mondo – famose e non, di tutte le razze e culture – che hanno lasciato un’impronta del “genio femminile”. Difficile scegliere da dove cominciare, quindi ho pensato di affidare la scelta al calendario cercando donne nate o morte un 12 marzo… Digitando la data in Google ho trovato invece un libro dal titolo «Mai nate. Perché il mondo ha perso 100 milioni di donne» (Mondadori) di Anna Meldolesi.
Ecco, è questo il punto di partenza, mi sono detta.
Ho letto la presentazione: non è solo un libro di denuncia, anche se di tipo nuovo e importante; Anna Meldolesi approfondisce dal punto di vista statistico, biologico e tecno-scientifico l’allarme che Amartya Sen aveva lanciato in un celebre saggio del 1990: nel mondo mancavano cento milioni di donne, che avrebbero dovuto esserci ma non ci sono perché morte presto per incuria o addirittura mai nate. Un numero spaventoso, che supera il bilancio delle vittime di entrambe le guerre mondiali e quello delle grandi epidemie come la spagnola o l’aids.
Un dramma a cui si è prestato e si presta ben poca attenzione. L’autrice cerca di capire il perché di questa “distrazione”, di ricostruire l’intreccio tra fattori sociali e culturali, politici ed economici che ha portato al genocidio di genere, di capire se il fenomeno è rimasto confinato a Cina e India o rischia di contagiare altre regioni. Il vero pericolo è il progresso tecnologico, l’arretratezza oppure l’incontro tra vecchio e nuovo? La modernità è parte del problema o rappresenta la cura?
Al di là del libro, che leggeremo o non leggeremo, credo che siano domande con cui dobbiamo confrontarci tutti, perché la questione – e le questioni – sollevate dall’indagine ci riguardano tutti e le risposte che si possono dare disegneranno il volto dell’umanità dei prossimi decenni.
Mi è sembrata quindi la “cosa giusta” aprire questo spazio dedicato alle donne con un tributo alla sacralità della vita umana. Provate a pensare: quante scienziate, scrittrici, artiste o sante in più avremmo avuto se quei 100 milioni di bambine fossero venute al mondo?