El otro somos nosotros

Boats4people, per cambiare rotta, nel Mediterraneo

È partita il 2 luglio da Livorno una barca con a bordo attivisti, parlamentari, artisti e giornalisti italiani, francesi, tedeschi, olandesi, marocchini e tunisini. Prima tappa Palermo, poi Monastir in Tunisia, per puntare infine verso Lampedusa dove si fermerà dal 18 al 20 luglio. Un viaggio alla rovescia sulla tratta che è divenuta símbolo di dolore e di morte per chi scappa da guerre e povertà; un viaggio per affermare che si può cambiare rotta, che ancora si può sperare nel futuro.

Boats4people è una coalizione internazionale di organizzazioni della regione Mediterranea, dell’Africa e dell’Europa. È stata creata per impedire altre morti alle frontiere marittime e per difendere i diritti dei migranti in mare, rivendicando la libertà di movimento per tutti. Le richieste di Boats4people: all’UE di  porre fine ai controlli violenti alle frontiere marittime; ai Governi africani di rompere con il passato e non sottoscrivere con gli stati europei e con l’UE accordi di riammissione che violino i diritti umani dei migranti; a tutti i paesi di smettere di perseguire coloro che prestano
soccorso ai migranti e di rispettare il diritto del mare che sancisce il dovere di tutti i marinai di “procedere con la massima velocità a prestare soccorso alle persone in pericolo” (art. 98 della Convenzione ONU sul diritto del mare).

Fra le proposte concrete, WatchTheMed, una collaborazione fra Boats4People e il progetto di ricerca Forensic Oceanography del Goldsmiths College.

WatchTheMed opererà come una “torre di controllo civile” sul Mediterraneo, cercando di raccogliere informazioni su episodi avvenuti in mare da tutte le possibili fonti di informazioni come i segnali di soccorso diffusi dalla Guardia Costiera, le immagini satellitari e differenti tipi di documentazione provenienti da marinai, dalla stampa e dai migranti stessi.

Questo primo viaggio ha una forte dimensione simbolica e mediatica, ma già presuppone un lavoro collettivo tra le popolazioni del Nord Africa e quelle europee, per la costruzione di una rete permanente di sostegno politico e giuridico dei migranti di mare. La meta: unire le due sponde del Mediterraneo, perché sia veramente il «MareNostrum».

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