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“Manos para servir, corazones para amar”

Niente di più riposante che passeggiare per Siviglia una domenica mattina, sotto un piacevole sole primaverile. Una città che ti trasmette vita, voglia di vivere e offre sempre nuovi appuntamenti con l’arte nelle sue varie espressioni: momenti per ricrearsi, “staccare la spina” dal contigente per alzare lo sguardo e, dopo averlo ripulito dalle incrostazioni accumulatesi, rivolgerlo con maggiore solarità sulla nuova settimana che già si affaccia. Stamattina però, inaspettatamente, mi sono imbattuta in un’artista straordinaria: si riteneva un semplice matita nelle mani di Dio ed ha scritto nel XX secolo una pagina che rimarrà nell’eternità: Madre Teresa di Calcutta. Passando davanti all’Alcázar il manifesto di una mostra dal titolo ´Vida y espiritualidad de Madre Teresa de Calcuta´. Un’esposizione molto ben fatta – purtroppo poco, pochissimo pubblicizzata – sulla sua vita e e la sua opera, seguendo il percorso tracciato nel libro “Come, be my Light”. Semplicità abissale, come lei era: un tragitto attraverso pannelli e la ricostruzione di due ambienti in cui ha vissuto: la sua stanza e la cappellina. Un viavai di gente, attenta alle spiegazioni dei volontari, seria e serena allo stesso tempo, come contagiata dallo spirito di Madre Teresa che giganteggiava dentro l’Alcázar.
Non so dire quanto sono rimasta, avevo la sensazione che il tempo si fosse fermato. Mi riaffiorava la forte sensazione provata a Milano, a ventanni, quando per la prima volta mi trovai accanto a Madre Teresa: il suo saluto e l’incontro coi suoi occhi vivissimi. Un profumo irresistibile di coerenza e di verità. E poi l’impressione altrettanto forte leggendo alcune pagine di “Come, be my Light”: la rivelazione di un eroismo di decenni vissuti nel “buio” più profondo e ciononostante continuando a regalare luce a chiunque l’avvicinava.
Ho avvertito che un fascio di “quella” luce mi arrivava dritto dentro e sono uscita dall’Alcázar portandomi via la promessa di Madre Teresa: “Si alguna vez llego a ser santa, seguramente seré una santa de la oscuridad. Estaré continuamente ausente del cielo para encender la luz de aquellos que en la tierra están en la oscuridad”.
Grazie Madre Teresa, perché nemmeno lo splendore del cielo ti fa dimenticare di noi, poveri tra i poveri…

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