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Perché non sia inutile morire a 18 anni

Rocío, Cristina, Katia e Belén non ci sono più. María Teresa sta lottando tra la vita e la morte. A Madrid la notte di Halloween si è trasformata in tragedia. Una tragedia assurda. Morire a 18, 20 e 17 anni schiacciate in una calca. Ora si cerca «il colpevole» (chi ha lanciato il petardo in mezzo alla mischia scatenando la calca verso le uscite), si cercano «i colpevoli» (chi ha organizzato la festa, chi non ha fatto i controlli necessari…), ma non ci stiamo domandando se non siamo tutti un po’ colpevoli. Colpevoli di quanto stiamo offrendo alle giovani generazioni, e dentro al sacco, feste che non sono degne di questo nome; a chi le organizza non importa se i giovani finiscono con ubriacarsi, drogarsi e peggio, l’importante è guadagnare.

Il divertimento è bello, giusto, sacrosanto, ma era autentico divertimento quello proposto al Madrid Arena o non piuttosto una grande adunata sotto il pretesto della «notte delle streghe» in cui stordire i giovani e non farli pensare, come fossero imbecilli incapaci di ragionare e di scegliere? Perché alla fine i giovani trattati così sono quelli che sull’autobus zeppo stanno comodamente seduti e non cedono il posto nemmeno a una donna anziana che gli sta lì a lato con borsa e ombrello grondanti di pioggia (visto l’altra sera). I giovani trattati così sono quelli che assaltano le scuole private al grido di «dov’è il prete che lo ammazziamo», non sapendo nemmeno quel che dicono e quel che fanno, perché manovrati da coloro ai quali interessa solo generare confusione e scontento nell’opinione pubblica.

Oggi tutti deprecano ovviamente quanto accaduto a Madrid; rivolta lo stomaco però ascoltare i commenti di chi anche in questa tragedia approfitta per attaccare l’avversario politico. Chiediamoci tutti: cosa possiamo fare perché una tragedia così assurda non si ripeta? Ma non limitiamoci a condannare, a chiedere norme di sicurezza ecc. tutte azioni necessarie, intendiamoci. Interroghiamoci con un po’ più di coraggio: quali modelli di vita stiamo offrendo ai giovani, quali orizzonti, quale futuro? I giovani sono sempre «i giovani», anche nel 2012: alla ricerca di ideali, di ragioni per vivere e lottare, sensibili alla coerenza e all’autenticità. Non inganniamoli.  Forse è questo che oggi ci direbbero Rocío, Cristina, Katia e Belén: non traditeci!

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