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C’era una volta… la buona educazione

Un dibattito in TV prima o poi arriva al punto in cui uno parla mentre un altro ha ancora la parola ed entrambi cercano di dimostrare chi ha la migliore impostazione di voce. Cammini su un marciapiede tra il viavai della folla e c’è chi ti viene addosso e manco si scusa perchè evidentemente pensa che lo spazio sia solo suo; o peggio non lascia il passo a chi è più anziano costringendo il malcapitato a fermarsiin un angolino… In autobus più della metà degli autisti sembra, invece che in città, sulla pista di un autodromo, per passare poi improvvisamente a mostrare la tenuta dei freni come alla revisione statale di un mezzo pesante… L’elenco potrebbe essere molto lungo (chissà quante ne potreste raccontare!) e tutti, ne sono certa, abbiamo qualcosa da dire a proposito (e a sproposito!) Perché – intendiamoci – nei cattivi comportamenti incorriamo tutti, nessuno è perfetto; soprattutto la “buona educazione” è qualcosa che non si finisce mai d’imparare. Non la s’impara sui libri infatti, perchè non si tratta di regole di galateo (peraltro utili anche quelle!), mi riferisco a una “grammatica” che abbiamo scritta dentro, le cui basi dovrebbero venirci insegnate in famiglia; a noi poi svilupparle durante tutta la vita. Una grammatica semplicissima: rispetto per sé e per gli altri. Da conjugare in tutte le forme e i tempi. Se il nostro agire fosse il riflesso di questo atteggiamento, vivremmo molto meglio e aiuteremmo chi ci sta attorno a vivere meglio.
Penso solo a come rispondo al telefono ad esempio: anche una chiamata “di servizio” può regalare un sorriso a chi la riceve se penso che è una “persona” e le parlo come tale. E come parlo degli altri, delle loro scelte, delle loro decisioni? Me lo chiedo spesso, me lo sono chiesto anche alcuni giorni fa ricevendo un messaggio su questo blog con una valutazione sulla mia vita personale, su alcune scelte fatte… Ero un po’ sorpresa del tono, perchè non conosco la persona, che invece pareva conoscermi… Devo precisare che questi messaggi non vengono pubblicati in automatico, pubblico solo quelli che ritengo utili e inerenti agli argomenti che ho scelto di trattare e quello proprio non c’entrava. Ebbene, ho voluto rispondere personalmente a chi mi aveva scritto, c’era la mail… Con mia grande sorpresa la mia risposta è tornata indietro, l’indirizzo di posta elettronica era inesistente!
Peccato… poteva essere per entrambi l’occasione di uno scambio sincero, di fare un po’ di esercizio di quel “rispetto di sé e degli altri”… Ma almeno a una cosa è servito: cercherò di non far mai provare a nessuno la sensazione che ho provato io quel giorno!

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