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Quelli che il calcio…

Ieri sera tornavo a casa a piedi mentre iniziava la partita Germania-Italia e seguivo l’andamento con le ondate di urla festanti che uscivano dai bar. Al primo urlo, era chiaro che aveva segnato l’Italia, che era stato Balotelli l’ho letto due secondi dopo in Twitter. Ancora un po’ di metri con una calura notevole – Sevilla fino a ieri era in testa alla classifica del caldo – e di nuovo  un «UAUHHHHH!!!» al bis di superMario.  Da buona italiana, mi faceva piacere questo tifo degli spagnoli per la «mia» nazionale, che oltre tutto è l’avversaria da eliminare domenica…

Il calcio in questi giorni sta giocando un ruolo di «riscatto» proprio per due paesi che si trovano con l’acqua alla gola, risollevando gli animi,  iniettando un po’ di amor patrio (quello giusto, che non guasta) e soprattutto instillando una dose’ di fiducia: nella propria nazione, nelle proprie capacità e possibilità. Una virtù, la fiducia –  oggi mi sembra il caso di chiamarla così – che si è persa per la strada ultimamente, a vari livelli. Occorre ripescarla dal fondo,  allenarsi ad esercitarla e metterla in campo in tutte le «partite», soprattutto le più difficili.  Forse è ciò di cui tutti abbiamo più bisogno in Europa in questo momento; dopo gli accordi di Bruxelles  di questa notte ci sentiamo un po’ meglio, noi, i politici, le borse…  e in fin dei conti la crisi ci costringe a ragionare ed agire un pochino di più da «europei».  La Germania ha perso La UEFA, ma con l’apertura allo «scudo» ha fatto un buon tiro… Andiamo avanti così, siamo tutti in campo e sugli spalti il tifo al «nostro» continente non deve mancare.

Quanto alla partita di domenica… che vinca il migliore, che vinca lo sport, che sia un gioco bello, pulito e avvincente! Io naturalmente tiferò per l’Italia…

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