Mi ha commosso leggere di Annie Clark, la bambina senza mani che ha vinto il primo premio di un concorso nazionale di calligrafia in Pennsylvania. A soli 7 anni è tanto determinata da riuscire a superare una difficoltà che potrebbe invece paralizzarle la vita. Con tenacia ha trovato una tecnica sua per compiere i gesti più normali che per lei sono una vera sfida: vestirsi, usare le forbici, aprire una lattina… L’articolo che leggevo citava l’originale Pittsburgh Post Gazette; mi sono soffermata su un passaggio: “È diligente, coscienziosa, impara dai suoi errori e ambisce alla perfezione…” Chissà quante volte ha dovuto provare e riprovare per arrivare a vestirsi da sola, o a mangiare autonomamente, sbagliando sicuramente, come succede a ciascuno di noi di sbagliare. Ma lei non si è scoraggiata e ha guardato avanti. Penso che la fortuna di Annie sono i suoi genitori, Mary Ellen e Tom: nove figli, di cui 6 adottati dalla Cina (e fra loro Annie); con Annie altri 3 soffrono disabilità. Occorre un grande amore per queste scelte, fra marito e moglie e verso i figli; un amore coraggioso, nuovo e più grande ad ogni sorgere del sole. E soprattutto: vissuto come la cosa più normale. Una “normalità” che permette a Annie di crescere senza complessi e con i suoi sogni per il futuro (vuole diventare una scrittrice!) e anche di non insuperbirsi o mettersi sul piedistallo per vincere un premio e la somma di 1000 dollari: appena saputo di aver vinto Annie era molto sorpresa; finita la premiazione, non ha voluto fermarsi a festeggiare, perché in classe aveva lezione di matematica e non voleva perderla!
Con la penna tra le braccia
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Abr