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«Ecce Homo» oggi, né dipinto, né sainete: realtà

«La restauración de un ‘Ecce homo’ se convierte en un sainete mundial» titolava un quotidiano spagnolo ieri. Sì, ha sapore di farsa il clamore dei media e dei social network su un fatto che forse avrebbe meritato il silenzio, almeno per rispetto della persona interessata. Un’anziana donna – a mio parere forse non del tutto cosciente delle sue azioni –  ha «restaurato» un «Ecce Homo» centenario di una chiesa di Borja (Zaragoza); le immagini hanno fatto il giro del mondo: chi parla di scempio, chi di «nuova icona pop», chi di trending topic. Questi commenti mi danno l’impressione di schegge impazzite nella mente di una generazione che ha perso il senso dei valori. Ripeto: meritava il silenzio un fatto del genere, tanto più che l’opera ha scarso valore artistico). Come meritano il silenzio altri fatti di espropriazioni e vandalismi che vanno contro il diritto di proprietà e contro il rispetto della persona.

NON MERITANO IL SILENZIO invece le vere tragedie di oggi: 18 milioni di persone nel Sahel con rischio di morte imminente. Il popolo siriano, il cui dramma viene travisato e coperto dalla falsità delle nazioni potenti e a cui non sono più sufficienti le «deplorazioni» degli organismi internazionali. Le guerre dimenticate, più di 30 in corso. Le vittime delle ultime epidemie, delle inondazioni… Milioni di volti di dolore dell’umanità di oggi: Ecce Homo, questo è l’uomo. Uomini e donne che vivono e muoiono al nostro fianco, ogni giorno. Non un battage mediatico, realtà nuda e cruda.

Non voglio però dimenticare che non ci mancano le sollecitazioni a reagire e ad agire, dagli organismi internazionali e nazionali, dalle campagne di solidarietà, da vari «big» dello sport o dello spettacolo che si mettono in causa… Non restiamo a guardare.

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