Una storia cominciata ieri, che tuttora continua… dedicata a tutti noi, se e quando ci sentiamo nella situazione di Juan, per ricordarci che forse una via d’uscita c’è…
Juan: immaginate un ragazzetto andaluso di 12 anni, con tanta voglia di fare. Per questo, d’accordo e con l’aiuto della madre, le domeniche e i giorni festivi si mette a vendere patatine fritte su una bancarella posto sotto l’arco storico del municipio di Umbrete, la cittadina in cui vive, in provincia di Sevilla. Non immagina che 27 anni dopo saranno proprio le patate fritte a tirarlo fuori da una difficile situazione economica. All’inizio degli anni 80 infatti in Spagna c’è crisi; Juan si è sposato e ha tre figlie piccole, ma è rimasto disoccupato, così che con la moglie Dolores decidono di far fronte alla situazione mettendo in marcia un localetto per vendere patate fritte. La sorella della moglie dà un prestito di 150.000 pesetas con cui affittano il locale, comprano una grande casseruola di seconda mano, un sacco di patate e una damigiana di olio. È il 1983. Inaspettatamente, nel bel mezzo di queste «manovre», Juan viene nuovamente chiamato dall’impresa che l’aveva licenziato, così lo stipendio, oltre a dare un respiro economico, permette di investire poco a poco nel negozio appena nato. Nel 1992 la famiglia riesce finalmente ad acquistare un locale proprio, più ampio… e «Patatas fritas Umbrete» diventa una piccola fabbrica, sempre però a conduzione familiare: Juan, Dolores, le loro tre figlie e un altro parente. Lo scorso gennaio hanno ricevuto dalla SAEIA (Sociedad Andaluza para el Estudio de Intolerancias Alimentarias) il premio «Producto excelente», autenticamente artigianale, senza additivi né conservanti. http://www.saeia.es/guia/guia_productos.htm
Gli ingredienti sono quanto di più semplice si possa immaginare: patate selezionate, olio di girasole al 100% e sale. Ah, manca uno, e lo dicono nel loro sito: «Y por supuesto el cariño!» (e senza dubbio l’amore!)