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Il sole sorge ancora sulla Fiesta

Grazie a Hemingway e al suo romanzo «The sun also rises» (il titolo in spagnolo è Fiesta) le feste di Pamplona, capitale della Navarra, furono conosciute in tutto il mondo;  e da tutto il mondo ogni anno a luglio accorrono per partecipare a un evento che probabilmente sarebbe inimmaginabile in un altro angolo del pianeta.

Le origini delle feste di San Firmino risalgono al Medievo; erano tre le celebrazioni: gli atti religiosi in onore del santo (patrono di tutta la Navarra e non della città), le fiere commerciali e le corride, documentate fin dal secolo XIV. All’inizio in realtà il santo veniva festeggiato in ottobre, ma spesso il maltempo rovinava la festa, per cui i pamplonesi  nel 1591 decisero di farla coincidere con la Feria. Fu così che nacquero los Sanfermines che nella prima edizione durarono due giorni, con preghiere, musica, tornei, teatro e corride. In seguito si aggiunsero altri elementi come fuochi d’artificio e danze, e si aggiunsero giorni.

Le cronache dei secoli XVII e XVIII parlano di tutti questi elementi e anche della preoccupazione del clero per le degenerazioni che si potevano produrre mescolando sacro e profano; annotano anche la presenza di persone di altre terre che coi loro spettacoli rendevano più divertente la festa;  questo andamento continuò anche nel XIX secolo, fino alla popolarità che los sanfermines conobbero nel XX secolo grazie appunto a Hemingway che scrisse il romanzo nel 1926.

L’atto principale della festa è l’encierro (recinto) e nacque per la necessità di trasferire i tori da fuori le mura  alla plaza de toros; si svolge dal 7 al 14 luglio e inizia ogni mattina alle 8 in punto, quando suona la campana della Chiesa di San Cernin. Dopo il lancio di due razzi, dal recinto escono i tori e percorrono gli 825 metri del  percorso fino all’arena coi mozos (i giovanotti, cioè i corridori) che corrono davanti a loro; il tempo medio è di tre/quattro minuti, ma può essere più breve o più lungo, ad esempio se i tori si separano, caso in cui aumenta il pericolo durante l’encierro.

Troppo riduttivo porre una notizia sulla festa di Pamplona col semplice bilancio dei feriti… me ne sono resa conto in questi giorni (da sabato scorso infatti seguo ogni mattina l’encierro in diretta alla TV). Non è per fare una “bravata”; credo di capire, ora che lo vedo dalla Spagna, che non è solo una sfida, per chi corre,  a superare la paura e misurare le proprie capacità; vedo  gente che si prepara con raccoglimento, e non solo perché tutto inizia con la preghiera di protezione a San Firmino. Soprattutto vedo, in chi ha lo spirito giusto, il rispetto per gli animali e questo dà alla corsa un che di rituale. Probabilmente è questo spirito ciò che maggiormente affascina e ha fatto di questa festa una delle più note in tutto in tutto il mondo.

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