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In mare vince la “concordia”

Almeno per “par condicio” ogni notizia di disastri o di criminalità dovrebbe essere seguita da una che parla di onestà, di un evento che migliora la vita sul nostro planeta o simili… Invece no. Casualmente stamattina ho letto di un fatto (e non è il solo!) accaduto in mare una quindicina di giorni fa, ma  totalmente offuscato dalle notizie del Concordia. Doveroso, intendiamoci, parlare di una tragedia e delle colpe che l’hanno provocata, ma altrettanto e forse assai più doveroso aiutarci tutti ad essere migliori con esempi di un agire che va persino oltre la “logica” della guerra e permette di vedere il numico semplicemente (!) come un essere umano

La notizia è girata il 7 gennaio: giorni di tensione fra Stati Uniti e Iran e proprio nel Golfo di Oman circa un mese e mezzo fa un mercantile iraniano aveva subito un attacco dei pirati e 13 marinai erano stati fatti prigionieri. Il mercantile aveva lanciato un messaggio di soccorso raccolto da un elicottero della Marina USA partito dalla portaerei USS John C. Stennis. I marinai statunitensi di una unità speciale anti-pirateria sono sbarcati sul mercantile liberando i marinai iraniani e arrestando i 15 pirati somali.
Il blitz è avvenuto nelle acque del Mare Arabico, proprio davanti allo strategico stretto di Hormuz, non tenendo conto delle minacce del capo delle forze armate iraniane: «la nave portaerei americana che ha attraversato lo Stretto di Hormuz e si trova nel mare di Oman non dovrebbe tornare nel Golfo persico».
Per ore i media iraniani hanno ignorato la notizia, ma la reazione ufficiale è arrivata il giorno seguente l’annuncio della liberazione, dal ministro degli esteri di Teheran Ramin Mehmanparast: . «Consideriamo l’azione delle forze americane che hanno salvato la vita dei marinai iraniani come un gesto umanitario positivo e salutiamo questa iniziativa».

Cosa avranno pensato i militari americani apprestandosi al blitz in cui rischiavano la vita? E cosa avranno pensato gli iraniani vedendoseli arrivare? Peccato che l’unica foto reperibile non renda onore al fatto: non vediamo l’abbraccio riconoscente  del marinaio e il sorriso del militare, ma credo non sia difficile, per nessuno di noi, avere la scena negli occhi…

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