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Digiuno tecnologico

Passo parecchie ore al computer, per lavoro: è a dir poco affascinante avere lì a portata di mouse infinite possibilità. In tempo reale, si usa dire, come se il tempo impiegato dai piccioni viaggiatori  a recapitare una missiva non fosse reale… Ma non voglio divagare: nonostante il mio amore per internet  e l’uso che ne faccio, a volte mi esce spontanea un’esclamazione: ‘voglio tornare al tempo della carta e della penna’! Sarà l’età, ma sento il bisogno di trovare dei momenti di “disintossicazione”, non solo per staccare la spina dalle preoccupazioni del lavoro, ma anche per scrollarmi di dosso le invisibili, tremende-stupende catene della tecnología e godere di un cielo azzurro, degli alberi che – almeno qui a Siviglia – non riescono a finire di perdere tutte le foglie che già appaiono le nuove, della luce che ti accompagna lungo le giornate e ti dà un senso di benessere…

Leggevo, giorni fa, un dato inquietante: i bambini statunitensi nell’arco della giornata trascorrono all’aria aperta un tempo molto breve, tra 15 e 25 minuti, mentre davanti al computer ci stanno per ore. Sappiamo le conseguenze  sulla salute física, ma in termini cognitivi, quale impatto può avere? L’articolo parlava di uno studio messo in atto da un grupo di psicologi che mirava ad analizzare le capacità cognitive di 56 persone di ambo i sessi: per alcuni giorni hanno partecipato ad una escursione in mezzo alla natura, senza la possibilità di accedere ad alcun dispositivo elettronico. La loro creatività e la capacità di di risolvere problemi sono state messe alla prova prima e dopo; i risultati hanno dimostrato che dopo il digiuno tecnologico, c’era stato un aumento del rendimento.

A parte i distinguo che ogni studio di questo tipo richiede, personalmente mi sono fatta un’idea: il “digiuno” probabilmente ha spinto quelle 56 persone a cercare le soluzioni dentro, piuttosto che fuori di sé, tirando fuori magari risorse sconosciute o dimenticate, trovando risposte che nemmeno pensavano di possedere. I dispositivi possono aiutarci a potenziarle, moltiplicarle, condividerle, purché sappiamo trattarli per quello che sono: un mezzo, mai un fine.

Ed ora che ho messo questo post nel blog, sapete che faccio, anche se è tardi? Me ne torno a casa a piedi, calpestando queste pietre centenarie che hanno raccolto parole e pensieri di migliaia di persone, mentre la luna, come stasera, osservava da lassù, sorniona come sempre.

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